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Collaborative discovery, lavorare insieme fa il prodotto perfetto

Collaborative discovery, lavorare insieme fa il prodotto perfetto

In ogni nuovo progetto è inevitabilmente presente un margine di rischio imprenditoriale, l’attività di Product Design si propone di ridurla al minimo. La prima fase di ogni sessione di product design è quella di discovery, ovvero di analisi delle necessità individuate dal cliente come problema base a cui il nuovo prodotto dovrà dar risposta.

Perché questa attività funzioni in modo efficace, tuttavia, è fondamentale che venga svolta coinvolgendo diverse figure, favorendo così la collaborative discovery.

Obiettivi

Il processo di Collaborative discovery permette di allineare fin dal principio i punti di vista di tutte le figure coinvolte nel processo di design del nuovo prodotto digitale. Un primo risultato, facilmente intuibile, è la comprensione condivisa degli obiettivi, dei requisiti e della vision del progetto.  Si crea così la base per una rapida risoluzione dei disallineamenti e si sviluppa una cultura di comunicazione in grado di migliorare notevolmente il ciclo di feedback durante l’intero processo di sviluppo. 

Un processo di collaborative discovery efficace mette a confronto tutti gli stakeholder principali del progetto, dal committente all’utenza finale, a garanzia di un allineamento totale. 

Grazie ad esso vengono messe le basi per la messa a punto di un prodotto che sia realmente adeguato alle richieste e alle attese del mercato (per approfondire, vedere articolo sul product market fit), ma non solo. Il confronto tra tutti gli interessati permette di rilevare in modo precoce eventuali problematiche che altrimenti avrebbero potuto manifestarsi in corso d’opera, minando la qualità del prodotto,  portando a costi imprevisti o anche creando difficoltà di gestione dei team di lavoro.

 

Ambiti di indagine della collaborative discovery

Per poter raggiungere questi obiettivi, la collaborative discovery indaga l’idea di business prendendo in considerazione il punto di vista di tre macro ambiti principali, ovvero:

  •  intenzioni commerciali -qual è  l’utente target, a quali bisogni si intende rispondere, in che modo lo si vuole fare e come si intende posizionare in termini commerciali il prodotto 
  • opinioni dei clienti -quanto il bisogno individuato è realmente percepito come tale, quanto il pubblico vede nel prodotto una risposta a tale bisogno e quale valore da a tale risposta
  • implementazione IT – qual è la fattibilità del progetto, cosa implica la sua realizzazione e quali main feature devono essere implementate. 


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Chi coinvolgere – le figure indispensabili

Una collaborative discovery coinvolgerà quindi:

  • gli stakeholder del committente, per delineare quali siano e come si configurino nel dettaglio i problemi che il prodotto dovrà risolvere;
  • una rappresentanza del  pubblico di utenti target, per rilevare la percezione effettiva del problema in analisi e l’interesse verso una sua potenziale soluzione digitale
  •  il project manager che ha il compito di gestire l’intero progetto di sviluppo del nuovo prodotto digitale
  • un facilitatore, figura centrale, che conosce i metodi e le pratiche di design thinking ed è in grado di aiutare tutti i soggetti coinvolti nel mettere a fuoco le idee. 


.. e collaboratori opzionali

Poiché questa fase è fondamentale per permettere un allineamento delle diverse figure che saranno parte del progetto nel suo complesso, può essere estremamente utile  coinvolgere l’intero gruppo fin dall’inizio nell’attività di Discovery. Potranno dunque parteciparvi anche figure che avranno un peso più rilevante nelle successive fasi di sviluppo. Ci riferiamo in particolare a:

  • UX designer, per captare da subito eventuali sfumature insite nei feedback della potenziale utenza
  • rappresentanti del team di sviluppo e solution architect, per comprendere ad alto livello la configurazione e la fattibilità tecnica del prodotto
  • commerciale di riferimento, per una più ampia vista sul mercato e un completo allineamento.


Gestire l’attività

Perchè la collaborative discovery, così come le successive fasi di product design, vengano svolte secondo i tempi e le modalità corrette, un ruolo fondamentale è giocato dal facilitatore. Questa figura applica regole e tecniche del metodo di design sprint per guidare le attività correlate al processo di design. Nella fase di Discovery, ad esempio, è lui che gestisce le modalità di verifica dei bisogni effettivi del mercato. 

Si tratta di una figura difficilmente presente all’interno delle aziende committenti, che dunque si appoggiano tipicamente a uno o più consulenti esterni per l’esecuzione di tali task.

Nello sviluppo di un prodotto digitale con Bottega52 non è necessario prevedere il coinvolgimento di organizzazioni terze, data la presenza nella nostra organizzazione di personale esperto nella materia.

 

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